Il
trasferimento di energia alimentare dagli autotrofi (piante) attraverso una
serie di organismi che consumano e sono consumati è chiamato catena alimentare ( o trofica).Le
catene alimentari sono di due tipi fondamentali : catene alimentari di pascolo
che partono dalle piante verdi, vanno agli erbivori pascolanti ( cioè animali
che si nutrono di tessuti vegetali vivi) e carnivori; e catene alimentari del
detrito che vanno dalla materia organica morta ai microorganismi e da questi ai
consumatori di detrito e quindi ai loro predatori. Le
catene alimentari non sono delle sequenze isolate, ma sono interconnesse. Il modello che ne deriva viene
chiamato rete trofica. Quindi la forza lavoro di una persona che vuole fare
agricoltura naturale sta nell’utilizzare proprio queste reti, come un tempo la
natura faceva, prima dell’arrivo del metodo industriale moderno. Lo sbaglio
dell’agricoltura moderna è stato fondamentalmente un errore di valutazione.
Spiego meglio. Come possiamo notare chi ha un orto, un campo o un frutteto, per
ragioni economiche e culturali pretende che nessun frutto o nessun ortaggio
presenti un difetto.( Il difetto può essere, una verdura non omogenea o un
frutto bacato; nei casi più gravi, oggi come oggi si ha la perdita dell’intero
raccolto. Solitamente quelli che creano un danno alle colture sono
prevalentemente insetti, ma non solo).Purtroppo, questo modo di vedere le cose, nel mondo
agricolo, è strettamente legato ai costi che un’azienda deve sostenere nel
produrre e diciamo la verità, è anche dipeso dal fatto che le persone non si
sanno accontentare. Se uno produce dieci in un terreno, l’anno dopo vuole
produrre 15 e così via. Quindi l’offerta allettante che la chimica industriale
proponeva, e ancora propone, era ed è, quella di aumentare le rese con un
aumento dei guadagni, nonché una diminuzione apparente dei problemi ed ei costi.
Questo meccanismo, ha fatto diventare la chimica un fattore culturale, tant’è
che molte persone si sono convinte che l’uomo in 50 anni di scienza abbia
superato la natura in tutto e per tutto. Purtroppo, non è così, sebbene ancora
molti siano convinti che sia così. Osserviamo le catene alimentari. La parola
più giusta è rete, perché le interazioni sono talmente complesse che il termine
catena è improprio. Se guardiamo gli ecosistemi, esiste una rete anche tra i
vari habitat in funzione degli organismi che vi vivono; se ulteriormente
osserviamo il clima possiamo vedere che esiste una rete anche in esso. Difatti
sebbene ogni zona del globo ne abbia uno caratteristico, esso dipende non solo “dall’ecosistema
e viceversa” del luogo stesso, ma anche dagli altri con cui è in comunicazione.
Quindi quando si danneggia anche la più piccola parte, che per noi è insignificante,
si produce un effetto domino di grande proporzioni che coinvolge l’intero pianeta.
Facciamo un esempio. La famosa foresta tropicale è caratterizzata da
precipitazioni abbondanti frutto non
solo della latitudine ma anche dell’enorme vegetazione presente. La distruzione
della foresta altera l’ecosistema (animali e piante che sono in equilibrio
vengono distrutti), che a sua volta porta ad un’alterazione climatica che si
ripercuote sulle altre zone globali. Questo perché l’alterazione produce uno
squilibrio chimico. Per esempio più co2 in atmosfera che normalmente sarebbe
intrappolata sotto forma di biomassa vegetale e animale nonché nel suolo. Oppure,
pensiamo alla foresta tropicale come al “polmone” del pianeta, per la sua ricca
vegetazione. Insomma, il clima come si sa, è fondamentale per coltivare…..no
clima, no party (battutina).Ora valutate da soli se è stata furbizia o
stupidità.
Premessa
Questo sito nasce con l’idea di sensibilizzare le persone in campo ambientale e in termini di biodiversità ,facendo altresì della mia passione un lavoro. Da anni cerco di trovare un’alternativa alle normali pratiche agronomiche e di utilizzare la flora spontanea per creare giardini e coltivare la terra affinchè attirino specie animali tanto preziose per l’equilibrio naturale degli ecosistemi. Purtroppo le pratiche agricole e la gestione territoriale, spesso, riducono sempre più le aree naturali ,con la conseguente distruzione degli habitat portando inevitabilmente ad un considerevole calo di biodiversità. Considerando questa situazione mi sono sempre chiesto che cosa potessi fare per rallentare questo processo. Ebbene, cominciai a pensare che ognuno di noi avrebbe potuto fare la sua parte. Come? Trasformando il proprio giardino o il proprio terreno in un area che si avvicinasse sempre più ad un ambiente naturale. Che cosa serve prima di tutto per poter fare questo? Tanta pazienza e passione! Vedete, per distruggere un’area naturale ci vuole un tempo che varia da qualche ora…a qualche mese….ma per ricostruirla, ci vogliono anni, soprattutto nelle zone in cui l’impatto antropico è stato notevole. E i costi? Prima di parlare di costi bisogna chiedersi perché è così importante mantenere la diversità biologica e la salvaguardia degli ecosistemi. E se io non amo la natura perché credo che non sia importante? Be……vediamo….la natura ti da l’ossigeno, ti da il cibo…ti da l’acqua…..lavora i tuoi scarti, ti rilassa…in pratica ti mantiene in vita……Non è sufficiente questo per amarla?
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domenica 27 maggio 2012
giovedì 17 maggio 2012
Altre immagini della pratica naturale
Si può fare agricoltura naturale? Ecco alcune immagini....
non vango, non uso concimi chimici ne antiparassitari |
|
non uso antiparassitari o prodotti chimici di qualsisi genere |
giovedì 3 maggio 2012
Le catene alimentari: iniziamo con una riflessione
Prima di parlare dell 'importanza delle catene alimentari con i relativi livelli trofici voglio proporvi un giochino riflessivo per capire come la biodiversità oltre a far risparmiare un sacco di denaro, ci sollevi anche da molte preoccupazioni.Vi propongo un' immagine con una rete trofica,dove le linee rappresentano il "chi mangia chi".Vorrei chiedervi di offuscare con il dito un qualsiasi animale presente nella figura (come fosse estinto) e successivamente vi invito a riposizionare le frecce per ricreare di nuovo l'equilibrio.Potete provare con tutti i presenti comprese le piante che rappresentano i produttori,ma che come potete vedere sono strettamente legati ai consumatori primari (erbivori).Successivamente fornirò la spiegazione.Leggete la riflessione solo dopo aver provato.
Riflessione: Prendiamo per esempio, la civetta delle nevi, e ipotizziamo che sia estinta.Ora essa dalla figura si nutre della pernice bianca, fringuello,zigolo delle nevi, arvicola e lemming. Cosa succede, quando la civetta delle nevi non esiste più?Che altero la catena alimentare.E cosa vuol dire questo? Che tutte quelle specie che venivano predate dalla civetta si riproducono a dismisura e cominciano a fare danno perchè non c'è più equilibrio.Ovvero, aumenta la popolazione di quella specie con relative abitudini alimentari e comportamentali.In pratica ogni volta che anche un solo organismo si estingue, tutta la rete alimentare ne risente.Cosa comporta questo?Un aumento dei costi e dei problemi.E perchè? Perchè devo trovare un'alternativa al predatore naturale (in questo caso la civetta).L'agricoltura moderna pensò di risolvere questo con la chimica,ma molti ancora oggi non hanno capito che ogni volta che utilizzano i pesticidi,diserbanti o altri composti che come detto sono pericolosi per la salute,non fanno altro che "mettere il dito" su ogni animale della figura.Non ci credete.Aprite le finestre e guardate il paesaggio.E' vivo o morto?E a cosa porta questo?All'inizio parlai dei cicli biogeochimi,e del fatto di come in natura ci sia un equilibrio chimico.Ebbene la riduzione della biodiversità come detto nel paragrafo porta ad un disequilibrio chimico che a sua volta porta a morte il pianeta terra.Ecco perchè, chi conosce queste cose, lotta affinchè le medesime cambino.Ora capite anche il perchè ho affermato che chi pensava di guadagnare di più si sta solo scavando la fossa. Purtroppo come sempre ci rimettiamo tutti.
Riflessione: Prendiamo per esempio, la civetta delle nevi, e ipotizziamo che sia estinta.Ora essa dalla figura si nutre della pernice bianca, fringuello,zigolo delle nevi, arvicola e lemming. Cosa succede, quando la civetta delle nevi non esiste più?Che altero la catena alimentare.E cosa vuol dire questo? Che tutte quelle specie che venivano predate dalla civetta si riproducono a dismisura e cominciano a fare danno perchè non c'è più equilibrio.Ovvero, aumenta la popolazione di quella specie con relative abitudini alimentari e comportamentali.In pratica ogni volta che anche un solo organismo si estingue, tutta la rete alimentare ne risente.Cosa comporta questo?Un aumento dei costi e dei problemi.E perchè? Perchè devo trovare un'alternativa al predatore naturale (in questo caso la civetta).L'agricoltura moderna pensò di risolvere questo con la chimica,ma molti ancora oggi non hanno capito che ogni volta che utilizzano i pesticidi,diserbanti o altri composti che come detto sono pericolosi per la salute,non fanno altro che "mettere il dito" su ogni animale della figura.Non ci credete.Aprite le finestre e guardate il paesaggio.E' vivo o morto?E a cosa porta questo?All'inizio parlai dei cicli biogeochimi,e del fatto di come in natura ci sia un equilibrio chimico.Ebbene la riduzione della biodiversità come detto nel paragrafo porta ad un disequilibrio chimico che a sua volta porta a morte il pianeta terra.Ecco perchè, chi conosce queste cose, lotta affinchè le medesime cambino.Ora capite anche il perchè ho affermato che chi pensava di guadagnare di più si sta solo scavando la fossa. Purtroppo come sempre ci rimettiamo tutti.
L’ostacolo all’agricoltura naturale
Nei post precedenti ho voluto
evidenziare il perché, io preferisca i metodi naturali all’agricoltura
industriale moderna. Riassumendo possiamo dire, che le sostanze sintetizzate
dall’uomo, sono pericolose per la salute, alterano le catene alimentari,
distruggono la biodiversità nonché gli ecosistemi e non sono a buon mercato. L’evoluzione
terrestre è stata molto lunga e molto elaborata (circa 540 milioni di anni per le forme di vita più complesse). In
meno di 50 anni abbiamo alterato quest’evoluzione, pensando di guadagnare di
più, e invece abbiamo arricchito solo le multinazionali aumentato i costi della
vita come spesso ho detto. Tornare indietro ormai non si può più…anche perchè
molti animali e piante si sono estinti e inoltre è difficile andare contro il
potere politico che si fonda esclusivamente su interessi economici di privati. Posso
altresì aggiungere, che l’argomento, non è completo. Molti infatti, sono i
fattori che influenzano le piante e gli animali soprattutto durante il periodo
riproduttivo. Per esempio le condizioni climatiche sono fondamentali per molti
aspetti, ma non solo; il tipo di terreno, la presenza di corsi d’acqua, di
laghi o la vicinanza del mare (che assieme alla vegetazione spontanea creano un
microclima), l’altitudine, i venti, le precipitazioni, la latitudine ecc, sono
tutti fattori importanti per la coltivazione delle specie vegetali. Quando ho
parlato di pazienza, mi riferivo al fatto che purtroppo ricostruire un
ecosistema in un orto o in un campo di coltivazione, oggi come oggi è un
processo lungo e complesso. Questo perché l’uso indiscriminato della chimica ha
eliminato molte specie animali e vegetali, riducendole a pochi limitati
esemplari. Inoltre le piante, come ogni essere vivente necessitano di tempo per
svilupparsi appieno e ci vuol tempo affinchè le comunità trovino una forma di equilibrio. Anche le pratiche comunali di manutenzione, la cementificazione, il continuo sfalcio della vegetazione, l’escavazione dei corsi d’acqua,le discariche abusive,la spazzatura della civiltà moderna hanno
reso sterile l’ambiente circostante. Le specie che sopravvivono spesso creano
danni e disagi considerevoli senza contare che il pianeta sta divenendo inabitabile. Come
spesso ho affermato la riduzione della biodiversità, riduce la competizione lasciando
lo spazio ad alcune specie di prevalere su altre. A tutto questo disastro c’è
solo una causa…….i soldi. Se si amano i soldi più della vita, della giustizia
nonché dell’onestà, non si può fare agricoltura naturale. Questo perché le
scelte che sono state fatte fino ad oggi si sono basate esclusivamente su
questo e i risultati, comunque si possono vedere.
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