Pianta di melo innestata.Le foglie presentano malattie fungine ugualmente.Nel centro,una mantide che depone la teca che proteggerà e custodirà le uova della prossima generazione |
Circa 10 anni fa,
quando mi accostai all’agricoltura, praticai anch’io degli innesti, poiché come
tutti ero indirizzato in tale pratica da chi ne sapeva più di me. Pensavo come
tutti che fosse una cosa normale, e che apportasse dei miglioramenti alla
qualità scelta. Qualche pianta, per la verità, la possiedo ancora. La cosa però
che mi fece riflettere, fu il fatto che oltre a non osservare questi
miglioramenti di cui avevo sentito parlare, perché comunque le malattie come
gli attacchi parassitari si manifestavano e si manifestano ugualmente, mi resi
conto che stavo cadendo in una sorta di dipendenza economica (pochi hanno
piante nate da seme, e molte piante commercializzate sono innestate). Inoltre, quando
ero bambino, possedevo un albicocco direi stupefacente. I frutti erano
meravigliosi, quanto erano dolci. Purtroppo morì per il tarlo e a quel tempo
non avevo ne la cognizione di quanto fosse importante preservare queste vecchie
varietà ne la competenza per poter fare qualcosa. Difatti , non riesco a
trovare ancora oggi un albicocco simile. Quella pianta era nata da seme. La
natura non fa nulla a caso. La riproduzione e la produzione del seme con
caratteristiche genetiche diverse, serve alla pianta stessa, non solo per
adattare le nuove generazioni ai cambiamenti che sono in corso nel tempo, ma
serve anche per propagare la specie stessa. Il seme di una pianta innestata
produce un ibrido che non ha nulla a che vedere con il normale processo di
mantenimento della specie, poiché è un sistema innaturale. Capire da soli le
cose, è molto più semplice che farle capire agli altri. Cominciai allora a
cercare queste piante e arrestai la pratica dell’innesto con attriti in
famiglia e tra conoscenti. Ovviamente come spesso accade molti criticarono
questa mia visione delle cose. Per 100 anni e più si era fatto così, come per
la vangatura del terreno, come potevo io studente di scienze naturali, poter
mettere in discussione questo? Amareggiato mi convinsi che forse avevo preso la
strada sbagliata…fino a che non mi venne tra le mani un libro di
Masanobu…..Tutte le mie ipotesi, i miei sforzi, le mie battaglie…erano
omaggiate da questo libro che mi fece riconsiderare ciò che avevo pensato fino
a quel momento. Masanobu già a suo tempo aveva non solo messo in pratica ciò
che io avevo ipotizzato con ampio successo, ma predisse anche il futuro decadente
dovuto ai metodi di un agricoltura moderna lontana dalla sostenibilità e del
rispetto della natura, includendo il pericolo della manipolazione genica
(ricordo che era un microbiologo). Quell’uomo nel suo libro, mi ha insegnato
molte cose, sebbene molte le debba ancora imparare. Quindi ora, piano piano,
sto sostituendo le piante innestate con quelle nate da seme, selezionando
vecchie varietà. Un lavoro molto difficile e che richiede pazienza.….Comunque
sia, riflettete su quanto è stato detto, anche con spirito di critica.
Ciao, sono contento di scoprire che c'è qualcuno che la pensa come me!
RispondiEliminaIo tempo fa (5 anni ormai) piantai così tanto per curiosità un seme di mela in un vaso... alla fine la piantina spuntò e di anno in anno crebbe molto.
Mio padre mi disse che se non la innestavo non avrebbe fatto frutti. Ma a me la cosa sembrava strana, così non gliela feci innestare...
L'unico problema che ha avuto in tutta la sua vita son stati gli afidi, infatti è la prima cosa che le formiche hanno assaltato. Non ho mai usato trattamenti particolari, salvo qualche fondo di caffè. Poi scelsi di non fare nulla, di lasciare che l'infestazione avesse luogo per osservarne le conseguenze. Il melo è ancora vivo tutt'ora, nonostante 5 anni di infestazione pesante di afidi. Ora l'ho piantato in giardino e sto optando per utilizzare qualche consociazione utile.
Purtroppo non mi ha ancora dato alcun frutto, forse un po' per il fatto che l'ho tenuto in vaso per molto tempo, un po' perché mio padre me l'ha potato molto male a mia insaputa (ormai è rimasto un tronco dritto in piedi :( ) e un po' per via degli afidi e della ruggine, che quest anno ha fatto strage di foglie.
Tutto questo per dire che se un albero da frutto da seme ha resistito 5 anni completamente abbandonato a se stesso, vuol dire che infondo ciò che pensiamo sia esatto. Non penso che un albero comprato da un vivaista sarebbe resistito altrettanto.
il seme è in realtà il figlio della pianta, poichè ogni pianta si propaga per seme.La differenza tra la pianta madre e la figlia è la componente genetica...l'esempio più classico siamo noi, da nostro padre e da nostra madre, nasciamo noi, con caratteristiche diverse dai nostri fratelli, ma che mantengono però le caratteristiche fondamentali della specie.L'innesto, sebbene risulti una pratica molto comune, altro non è che un forte businness, come l'utilizzo del prodotto antiparassitario.Per quanto riguarda il tuo melo, la cosa fondamentale è il frutto da dove lo hai estrapolato.....ovvero se la pianta era innestata oppure no......se dai una sbirciatina alle immagine, ce n'è una di un pesco, che produce pesche commercialmente valide e non di forma gnomica come quelle selvatiche...ogni seme produce piante con la medesima caratteristica di dimensioni.Purtroppo sèpesso si guadagna sull'ignoranza altrui, con tutto rispetto.Detto questo, io ti consiglierei più che di consociare piante di incentivare la sosta dei predatori, lasciando qualche zona selvaggia....per esempio sappiamo che ci sono molti insetti che si nutrono di afidi...come coccinelle, crisope, sirfidi ecc....io non adopero i pesticidi e diserbanti e la mia frutta è quasi tutta sana...una piccola perdita ci sta, è naturale...continua su questa strada...ti consiglio delle letture, se non hai già provveduto di tuo.....qualcosa su masanobu o bill mollison.....
EliminaHai perfettamente ragione, comunque non so chi sia la pianta madre... il seme l'ho preso da una mela qualunque che ho comprato al supermercato. Quindi sicuramente il seme proviene da una pianta innestata.
EliminaI predatori naturali ci sono eccome, è appunto per questo motivo che non ho fatto nulla per mandare via gli afidi. Diciamo che ho avuto modo di studiare da vicino cosa succede quando l'uomo non ci mette troppo mano. I primi ad arrivare son stati i sirfidi, poi c'era sempre un gran numero di vespe che ronzava attorno all'alberello e per ultime son arrivate le coccinelle del limone. Ora che l'ho piantato in terra son arrivate pure le classiche coccinelle.
Sì, sono a conoscenza dell'operato di Masanobu Fukuoka e ho letto già qualche libro di permacultura. 5 anni fa però a mala pena sapevo che aspetto avesse un albero di mele, invece ora ho persino realizzato un piccolissimo orto sinergico e sto imparando molto. Tutto è iniziato però da quel semino preso da una mela del supermercato. E' da lì che ho scoperto la mia vocazione :)
iniziamo tutti così....con un semino.......oggi come oggi, fare permacultura non è facile come al tempo di masanobu, per diversi aspetti.....però nel nostro piccolo possiamo fare ugualmente qualcosa....speriamo che anche altre persone prendano coscienza di questi metodi......ti consiglio la lettura di un post del sito (magnificazione biologica)...è un aspetto molto importante della coltivazione, ma che spesso viene ignorato totalmente
EliminaMa i semi di melo vi hanno portato frutta?
RispondiEliminatutte le piante nate da seme fanno i frutti innestati o meno.L'unica cosa che è diversa, è la "pezzatura" cioè la grandezza del frutto.La grandezza comunque non è sinonimo di qualità e gusto.Io preferisco avere frutti piccoli ma buoni piuttosto che grandi, come quelli che si trovano attualmente in commercio.
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