Tutte le specie hanno particolari preferenze nei confronti
dei caratteri dell’ambiente esterno, quindi se troviamo una comunità (specie
con esigenze simili) possiamo ricavare per via indiretta conoscenze sul carattere
di quel determinato ambiente, quindi la comunità ha un enorme potere
informativo (es. una specie vegetale acidofila non garantisce che il suolo sia
acido, ma una comunità di specie acidofile si).Specie e comunità animali e
vegetali possono essere usati come bioindicatori. Essi sono generalmente
utilizzati nelle tematiche legate a problemi di inquinamento atmosferico,
idrico o del suolo. Secondo tale approccio viene definito “bioindicatore” un
organismo che risponde con variazioni identificabili del suo stato a
determinati livelli di inquinanti e “bioaccumulatore” un organismo che può
essere usato per misurare la concentrazione della sostanza ottenendo risposte
quantitative oltre che qualitative. Ora detto questo cosa c’entra con la permacultura
o gli orti di città che stanno prendendo piede in questo ultimo periodo? Ora ve
lo spiego subito. Tutto inizia sempre dal nostro concetto di Magnificazione
biologica che è il fattore più importante. Come sempre chi non sapesse cosa sia
basta che lo cerchi nell’archivio. Detto questo, vedo molte persone amanti
della permacultura o del biologico, insegnare ad altri che per fare questo tipo
di pratica, basta mettere un po’ di paglia qui, un paio di ramaglie di la e
tutto per magia prende campo o piantare diverse piante, spesso alloctone ecc……se
bastasse questa filosofia io non avrei da preoccuparmi. Nessuno però vi chiede,
dove vi procurate il materiale, se il materiale che usate sia salutare per il
terreno e quindi anche per voi stessi, se la zona in cui abitate è salubre e
priva di inquinamento, se l’acqua con cui irrigate i campi sia priva di metalli
pesanti, se le piogge che innaffiano la terra siano esenti da agenti chimici
pericolosi per la salute ecc….anzi questi aspetti sembrano essere secondari. Facciamo
un esempio pratico. Molti fanno pacciamatura con la paglia. A meno che voi non
abbiate un terreno sufficiente che vi permetta di produrvela da soli (ma
sarebbe relativamente biologica), l’acquistate da un normale contadino…ora il
contadino come coltiva il suo frumento dal quale ricavate la paglia? Con il
metodo industriale o biologico? Se è con il primo che prodotti da alla sua
pianta? Ipotizziamo che dia pesticidi e diserbanti, pensate forse che la paglia
ne sia priva? Assolutamente no…quindi quando voi la portate sul vostro terreno
non fate altro che inquinarlo ulteriormente. Perchè fate permacultura? Credo
che fondamentalmente sia per proteggere voi stessi da ciò che vi circonda…ma
questo è davvero possibile? Lo è solo in parte, se non marginalmente. Quando
non ho un’analisi chimica che mi permette di capire e conoscere a fondo ciò che
mi circonda come posso fare? Utilizzo i bioindicatori……ma possono vivere i
bioindicatori se non c’è un habitat sano? No…perché sono complementari….l’assenza
di uno determina lo stato di un altro…..come sempre a voi le conclusioni.
Premessa
Questo sito nasce con l’idea di sensibilizzare le persone in campo ambientale e in termini di biodiversità ,facendo altresì della mia passione un lavoro. Da anni cerco di trovare un’alternativa alle normali pratiche agronomiche e di utilizzare la flora spontanea per creare giardini e coltivare la terra affinchè attirino specie animali tanto preziose per l’equilibrio naturale degli ecosistemi. Purtroppo le pratiche agricole e la gestione territoriale, spesso, riducono sempre più le aree naturali ,con la conseguente distruzione degli habitat portando inevitabilmente ad un considerevole calo di biodiversità. Considerando questa situazione mi sono sempre chiesto che cosa potessi fare per rallentare questo processo. Ebbene, cominciai a pensare che ognuno di noi avrebbe potuto fare la sua parte. Come? Trasformando il proprio giardino o il proprio terreno in un area che si avvicinasse sempre più ad un ambiente naturale. Che cosa serve prima di tutto per poter fare questo? Tanta pazienza e passione! Vedete, per distruggere un’area naturale ci vuole un tempo che varia da qualche ora…a qualche mese….ma per ricostruirla, ci vogliono anni, soprattutto nelle zone in cui l’impatto antropico è stato notevole. E i costi? Prima di parlare di costi bisogna chiedersi perché è così importante mantenere la diversità biologica e la salvaguardia degli ecosistemi. E se io non amo la natura perché credo che non sia importante? Be……vediamo….la natura ti da l’ossigeno, ti da il cibo…ti da l’acqua…..lavora i tuoi scarti, ti rilassa…in pratica ti mantiene in vita……Non è sufficiente questo per amarla?
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