Premessa

Questo sito nasce con l’idea di sensibilizzare le persone in campo ambientale e in termini di biodiversità ,facendo altresì della mia passione un lavoro. Da anni cerco di trovare un’alternativa alle normali pratiche agronomiche e di utilizzare la flora spontanea per creare giardini e coltivare la terra affinchè attirino specie animali tanto preziose per l’equilibrio naturale degli ecosistemi. Purtroppo le pratiche agricole e la gestione territoriale, spesso, riducono sempre più le aree naturali ,con la conseguente distruzione degli habitat portando inevitabilmente ad un considerevole calo di biodiversità. Considerando questa situazione mi sono sempre chiesto che cosa potessi fare per rallentare questo processo. Ebbene, cominciai a pensare che ognuno di noi avrebbe potuto fare la sua parte. Come? Trasformando il proprio giardino o il proprio terreno in un area che si avvicinasse sempre più ad un ambiente naturale. Che cosa serve prima di tutto per poter fare questo? Tanta pazienza e passione! Vedete, per distruggere un’area naturale ci vuole un tempo che varia da qualche ora…a qualche mese….ma per ricostruirla, ci vogliono anni, soprattutto nelle zone in cui l’impatto antropico è stato notevole. E i costi? Prima di parlare di costi bisogna chiedersi perché è così importante mantenere la diversità biologica e la salvaguardia degli ecosistemi. E se io non amo la natura perché credo che non sia importante? Be……vediamo….la natura ti da l’ossigeno, ti da il cibo…ti da l’acqua…..lavora i tuoi scarti, ti rilassa…in pratica ti mantiene in vita……Non è sufficiente questo per amarla?

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martedì 11 settembre 2012

Invasioni biologiche


Una specie vivente alloctona (animale, vegetale o fungo) è una specie che per un evento naturale (raro) o per mezzo dell’uomo (molto frequente) viene introdotto in un territorio diverso da quello di origine. La diffusione delle specie alloctone costituisce una delle più grandi minacce alla biodiversità degli ambienti naturali e rappresenta un rilevante problema economico a causa dei danni che  queste, risultando molto spesso invasive, provocano ad attività umane quali l'agricoltura e pesca. Esse diventano invasive quando diffondono dal punto di introduzione e diventano prevalenti. Le specie invasive possono avere pesanti ripercussioni sul piano economico. In mancanza di adeguati provvedimenti per eradicare o controllarne la diffusione, la situazione non potrà che peggiorare ed è praticamente certo che questa tendenza sarà ulteriormente esacerbata dai cambiamenti climatici. Vorrei evidenziare come molti, se non quasi tutti i parassiti e non, che oggi creano problematiche all’agricoltura siano di natura alloctona. Come detto, l’idea di utilizzare la chimica non ha fatto altro che aumentare la resistenza di questi patogeni. Difatti, se i prodotti chimici fossero realmente efficaci a lungo termine, sarebbero in grado di distruggere completamente le popolazioni e quindi il problema non sussisterebbe. Mentre la realtà non è così. Il perché di questa verità  l’ho scritto più volte. Possiamo affermare che il tutto ruota sempre intorno al denaro nonché ad un sistema che difficilmente può cambiare per ragioni culturali. I danni che creano queste specie, non sono solo di natura economica ma anche biologica. Questo perché esse al di fuori del loro areale, non conoscono ne predatori, ne malattie e questo ne favorisce l’espansione. Una volta che la specie si è espansa, entra in competizione con le nostre specie autoctone che trovandosi in una condizione sfavorevole perché soggette a malattie e predazione finiscono con l’estinguersi. Prima di giungere alla conclusione vorrei aggiungere un altro aspetto, di tipo climatico. Molte delle specie alloctone provengono da climi tropicali o subtropicali. L’aumento delle temperature del globo favorisce l’insediamento di queste. Ora, come affrontato nei post precedenti, sappiamo che l’aumento delle temperature è dovuto alla distruzione degli ecosistemi che oltre a regolare i cicli biogeochimici fungono da regolatori chimici, perché ogni organismo, piccolo o grande che sia intrappola sotto forma di biomassa una certa quantità di materia. La riduzione delle specie, altro non è che una liberazione di una certa quantità di materia nell’ambiente, che a sua volta si ripercuote sul clima. E siccome noi sappiamo che piante e animali, nonché l’uomo sono temperatura dipendenti, possiamo giungere alla conclusione che la situazione è davvero drammatica, sebbene molti non ne siano ancora convinti.

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