Premessa

Questo sito nasce con l’idea di sensibilizzare le persone in campo ambientale e in termini di biodiversità ,facendo altresì della mia passione un lavoro. Da anni cerco di trovare un’alternativa alle normali pratiche agronomiche e di utilizzare la flora spontanea per creare giardini e coltivare la terra affinchè attirino specie animali tanto preziose per l’equilibrio naturale degli ecosistemi. Purtroppo le pratiche agricole e la gestione territoriale, spesso, riducono sempre più le aree naturali ,con la conseguente distruzione degli habitat portando inevitabilmente ad un considerevole calo di biodiversità. Considerando questa situazione mi sono sempre chiesto che cosa potessi fare per rallentare questo processo. Ebbene, cominciai a pensare che ognuno di noi avrebbe potuto fare la sua parte. Come? Trasformando il proprio giardino o il proprio terreno in un area che si avvicinasse sempre più ad un ambiente naturale. Che cosa serve prima di tutto per poter fare questo? Tanta pazienza e passione! Vedete, per distruggere un’area naturale ci vuole un tempo che varia da qualche ora…a qualche mese….ma per ricostruirla, ci vogliono anni, soprattutto nelle zone in cui l’impatto antropico è stato notevole. E i costi? Prima di parlare di costi bisogna chiedersi perché è così importante mantenere la diversità biologica e la salvaguardia degli ecosistemi. E se io non amo la natura perché credo che non sia importante? Be……vediamo….la natura ti da l’ossigeno, ti da il cibo…ti da l’acqua…..lavora i tuoi scarti, ti rilassa…in pratica ti mantiene in vita……Non è sufficiente questo per amarla?

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mercoledì 18 luglio 2012

Immagini agricoltura naturale,cerchiamo il compromesso

Pesca rosicchiata da un insetto.......fa parte del gioco......convivere con la natura vuol dire anche questo
I cambiamenti climatici si ripercuotono sulla vegetazione compromettendo la buona riuscita del raccolto....foglie appassite per temperature troppo alte (NO AGLI OGM)
Pianta di cetriolo che cresce tra le piante arbustive
Vedete come molti insetti trovano rifugio nel caos?Questa catasta di legna è anche la tana di uno dei ricci che abitano l'orto...Il riccio si nutre di insetti...inizia la sua attività nelle ore crepuscolari e prosegue durante quelle notturne

martedì 17 luglio 2012

Ecotipi



Le specie che presentano ampia estensione geografica sviluppano quasi sempre popolazioni adatte localmente chiamate ecotipi che hanno valori ottimali e limiti di tolleranza modificati in funzione delle condizioni locali. Gli ecotipi sono sottospecie geneticamente differenziate che son ben adatte ad un particolare insieme di condizioni ambientali. In pratica, specie che hanno ampi areali di distribuzione lungo gradienti di temperatura o di altre condizioni, spesso presentano differenze fisiologiche, e qualche volta morfologiche, nelle diverse parti del loro areale. Prendiamo per esempio Achillea millefolium, una composita. Essa cresce sia nelle valli che ad elevate altitudini nella Sierra Montana. Le piante che vivono a bassa latitudine sono alte, mentre le piante che vivono ad elevata altitudine presentano una struttura bassa. Nel caso in cui i semi di entrambe le varietà vengono piantati in una stessa coltivazione posta al livello del mare, esse mantengono le loro diverse stature, alta e bassa, indicando che si è verificata fissazione genetica. Perché ho voluto introdurre questo argomento? Perché quando si fa agricoltura naturale, è molto importante utilizzare prevalentemente specie che vivono nell’area in cui abitiamo. Questo perché esse si sono adattate al luogo e presentano le caratteristiche migliori per sopravvivere. Quindi la barriera contro i patogeni deve essere prevalentemente costruita con specie autoctone, che sono in grado di fronteggiare maggiormente la competizione da parte di specie esterne, sapendo utilizzare meglio le risorse e lo spazio perché adattate. Inoltre c’è il problema che pur destando preoccupazione tra i biologi viene totalmente ignorato dalle istituzioni, ovvero quello delle invasioni biologiche. Queste specie definite alloctone, sono state portate al di fuori del loro areale di distribuzione creando danni economici all’agricoltura, divenendo una minaccia per le specie indigene e la salute delle persone. Comunque tornerò meglio sull’argomento. Altresì, come ho spesso sostenuto, molti insetti che abitano nell’area in cui viviamo, sono legati alle specie vegetali del luogo, perché essi in alcuni stadi vitali si nutrono delle stesse. E siccome noi sappiamo che la biodiversità, genera la competizione ed essa funge da barriera, piantando specie autoctone (così si chiamano), non facciamo altro che attirare questi preziosi alleati. Ultimamente i cambiamenti climatici stanno creando non poche problematiche, perché purtroppo sia animali che piante sono temperatura dipendenti…….come già detto…..comunque sia veniamo ad un problema alla volta.

sabato 7 luglio 2012

Nutrimento delle piante e suolo



Piante che periodicamente sfalcio.La foglia grande appartiene a Symphytum officinale, pianta ricca in silice.In questo modo apporto silice al terreno

Per molte persone il suolo è semplicemente sporco. Dal punto di vista della pianta, invece, il suolo è cruciale per la sopravvivenza perché fornisce supporto, acqua, e una varietà di elementi essenziali per la crescita. La nutrizione delle piante implica l’assorbimento dall’ambiente di tutte le sostanze richieste per i processi biochimici essenziali, la distribuzione di queste sostanze all’interno della pianta e la loro utilizzazione nel metabolismo e nella crescita. Molti elementi chimici come carbonio, idrogeno, ossigeno, potassio, calcio, magnesio, azoto ecc….sono definiti elementi essenziali. Essi sono divisi in macronutrienti e micronutrienti. I micronutrienti, vengono definiti così, perché sono richiesti in quantità molto piccole, mentre i macronutrienti, sono richiesti in gran quantità. Solitamente questi elementi chimici vengono acquistati nei negozi e aggiunti alle piante periodicamente. Ma se io non volessi spendere soldi, come faccio a procurarmeli da solo? Secondariamente come fa la natura ad averne scorta per poter espletare le funzioni visto che le piante li assorbono in continuazione? Veniamo alla prima domanda. Ci sono diversi sistemi per farlo. Per chi come me, ha anche conoscenze geologiche può benissimo ottenerli attraverso la polvere delle rocce…poiché le rocce aldilà della classificazione sono fatte di minerali e i minerali a sua volta sono fatti di elementi. Per non entrare in discorsi complessi per esempio io, quando vado in montagna e riconosco  la tipologia delle rocce che formano uno strato, prelevo della polvere o del terreno ottenuto attraverso l’erosione naturale e lo porto nel mio orto cospargendo lo stesso qua e la e apportando così al terreno l’elemento che desidero. Ma c’è di più. Molte piante, sono in grado di bioaccumulare più elementi di altre, e così periodicamente taglio le mie piante selvatiche e lascio che si decompongano. In questa maniera oltre a nutrire il suolo garantisco gli elementi a quelle piante che da me sono coltivate. Non ho l’abitudine di riciclare la materia che viene al di fuori del mio orto, come il famoso umido. Questo perché non ne conosco l’origine. Spesso le verdure sono prodotte con l’utilizzo di antiparassitari e diserbanti o abbeverate con acque inquinate, quindi c’è il problema della magnificazione (argomento già trattato) e posso veicolare o importare malattie nonché spore di funghi patogeni. Veniamo alla seconda domanda. La natura di per se ricicla tutto attraverso i processi naturali e quindi il suolo è sempre ben rifornito. L’impoverimento del suolo, è la conseguenza della distruzione dei processi e delle interazioni tra animali e piante (argomenti già trattati).


Terra carbonatica.. la spargo qua e la per l'orto apportando calcio al terreno