Generalmente il continuum è un
gradiente delle condizioni ambientali che riflette i cambiamenti nella
composizione della comunità. Solitamente questo concetto viene applicato al
fiume, divenendo così il continuum fluviale (il gradiente, dalla sorgente alla
foce). Tratterò inizialmente questo, per farvi conoscere e valutare alcuni
fatti di cronaca che ultimamente accadono spesso e successivamente porterò il
concetto al sistema permaculturale. Nel sistema fiume, questo concetto,
descrive un modello della fase di discesa del ciclo dell’acqua ed evidenzia
come le comunità biotiche si adattino ai cambiamenti delle condizioni ambientali. I corsi d’acqua
a livello delle sorgenti sono piccoli e spesso del tutto in ombra per cui soltanto
poca energia luminosa è disponibile per le comunità acquatiche .I consumatori
dipendono soprattutto dalle foglie e da altro detrito organico che perviene nel
bacino idrografico. L’ecosistema sorgentizio è eterotrofo (ovvero si nutre di
altri),mentre le zone centrali di un fiume sono ampie, non all’ombra per molto tempo
e meno dipendenti dalla materia organica importata dal bacino imbrifero poiché
le alghe autotrofe e le macrofite acquatiche (piante o alghe) forniscono la
produzione primaria netta. Nella zona più bassa dei fiumi, la velocità della
corrente è ridotta e l’acqua è generalmente più profonda con fondali fangosi,
si ha una diminuzione della luce e il fiume torna ad essere eterotrofo. Oltre a
questo, aggiungo un'altra nozione, ovvero quella del concetto di ritmo di
piena. Mentre il concetto di continuum del fiume descrive un corso d’acqua sia
lateralmente che longitudinalmente , il secondo, include il corso sia
longitudinalmente che lateralmente includendo tanto il fiume che le zone
ripariali. Questo concetto ritiene che le piene periodiche sono un evento
naturale a cui le comunità biotiche risultano adattate. L’annuale aumento e
riduzione della portata, estende il fiume nell’alveo di piena, per cui il
sistema fluviale include non soltanto il canale principale di flusso ma anche
canali laterali all’alveo di piena. Questa zona presenta una produttiva foresta
ripariale, una varietà di habitat acquatici ed un gradiente di specie vegetali
adatte alle differenti portate stagionali di piena e di secca. Le acque di
piena portano periodicamente anche gli avanotti di pesci e gli invertebrati
acquatici in queste periodiche aree nursery. Allorquando le acque si ritirano,
viene stimolato il tasso di decomposizione, la ricrescita delle erbe e dei
cespugli nonché l’incremento di abbondanza dei piccoli mammiferi. La
trasformazione in canale dei fiumi, la costruzione di dighe e l’aumento
dell’inquinamento compromettono i concetti del continuum fluviale e del ritmo
di piena. Come dovunque nella biosfera, gli organismi non si adattano
passivamente alle variazioni dell’ambiente fisico. L’azione combinata degli
animali fluviali, ad esempio, permette il riciclo dei nutrienti e ne riduce le
perdite a valle verso l’oceano. Insetti acquatici, pesci e altri organismi
raccolgono i materiali organici particolati e disciolti, che sono trasportati e
riciclati attraverso la catena alimentare. L’argomento sicuramente continua, ma
in un altro post. Come sempre voglio porvi delle domande……trovate una relazione
tra i cambiamenti climatici, le esondazioni distruttive e il sistema
permaculturale con i concetti qui elencati?
Premessa
Questo sito nasce con l’idea di sensibilizzare le persone in campo ambientale e in termini di biodiversità ,facendo altresì della mia passione un lavoro. Da anni cerco di trovare un’alternativa alle normali pratiche agronomiche e di utilizzare la flora spontanea per creare giardini e coltivare la terra affinchè attirino specie animali tanto preziose per l’equilibrio naturale degli ecosistemi. Purtroppo le pratiche agricole e la gestione territoriale, spesso, riducono sempre più le aree naturali ,con la conseguente distruzione degli habitat portando inevitabilmente ad un considerevole calo di biodiversità. Considerando questa situazione mi sono sempre chiesto che cosa potessi fare per rallentare questo processo. Ebbene, cominciai a pensare che ognuno di noi avrebbe potuto fare la sua parte. Come? Trasformando il proprio giardino o il proprio terreno in un area che si avvicinasse sempre più ad un ambiente naturale. Che cosa serve prima di tutto per poter fare questo? Tanta pazienza e passione! Vedete, per distruggere un’area naturale ci vuole un tempo che varia da qualche ora…a qualche mese….ma per ricostruirla, ci vogliono anni, soprattutto nelle zone in cui l’impatto antropico è stato notevole. E i costi? Prima di parlare di costi bisogna chiedersi perché è così importante mantenere la diversità biologica e la salvaguardia degli ecosistemi. E se io non amo la natura perché credo che non sia importante? Be……vediamo….la natura ti da l’ossigeno, ti da il cibo…ti da l’acqua…..lavora i tuoi scarti, ti rilassa…in pratica ti mantiene in vita……Non è sufficiente questo per amarla?
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giovedì 2 maggio 2013
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