Premessa

Questo sito nasce con l’idea di sensibilizzare le persone in campo ambientale e in termini di biodiversità ,facendo altresì della mia passione un lavoro. Da anni cerco di trovare un’alternativa alle normali pratiche agronomiche e di utilizzare la flora spontanea per creare giardini e coltivare la terra affinchè attirino specie animali tanto preziose per l’equilibrio naturale degli ecosistemi. Purtroppo le pratiche agricole e la gestione territoriale, spesso, riducono sempre più le aree naturali ,con la conseguente distruzione degli habitat portando inevitabilmente ad un considerevole calo di biodiversità. Considerando questa situazione mi sono sempre chiesto che cosa potessi fare per rallentare questo processo. Ebbene, cominciai a pensare che ognuno di noi avrebbe potuto fare la sua parte. Come? Trasformando il proprio giardino o il proprio terreno in un area che si avvicinasse sempre più ad un ambiente naturale. Che cosa serve prima di tutto per poter fare questo? Tanta pazienza e passione! Vedete, per distruggere un’area naturale ci vuole un tempo che varia da qualche ora…a qualche mese….ma per ricostruirla, ci vogliono anni, soprattutto nelle zone in cui l’impatto antropico è stato notevole. E i costi? Prima di parlare di costi bisogna chiedersi perché è così importante mantenere la diversità biologica e la salvaguardia degli ecosistemi. E se io non amo la natura perché credo che non sia importante? Be……vediamo….la natura ti da l’ossigeno, ti da il cibo…ti da l’acqua…..lavora i tuoi scarti, ti rilassa…in pratica ti mantiene in vita……Non è sufficiente questo per amarla?

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domenica 18 novembre 2012

Le interazioni tra le popolazioni



Popolazioni di due specie possono interagire secondo schemi basilari. I termini applicati a queste relazioni nella letteratura ecologica sono riportati di seguito:

Neutralismo: in cui nessuna delle popolazioni è influenzata dall’associazione con l’altra

Competizione diretta: in cui entrambe le popolazioni si inibiscono attivamente in maniera reciproca

Competizione per la risorsa: in cui ciascuna popolazione influenza negativamente l’altra in maniera indiretta attingendo a risorse presenti in quantità limitata

Amensalismo: in cui una popolazione è inibita e l’altra non è influenzata

Commensalismo: in cui una popolazione è beneficiata, ma l’altra non è influenzata

Parassitismo: in cui una popolazione trae beneficio dall’altra che viene danneggiata

Predazione: in cui una popolazione influenza negativamente l’altra attraverso attacco diretto

Protocooperazione: in cui entrambe le popolazioni beneficiano dall’associazione ma le loro relazioni non sono obbligate

Mutualismo: in cui la crescita e la sopravvivenza di entrambe le popolazioni sono beneficiate e nessuna delle due può sopravvivere in condizioni naturali senza l’altra

Come si può notare, gli organismi possono interagire tra di loro in molti modi. I sistemi moderni di agricoltura e antropizzazione, purtroppo come già detto portano gli ecosistemi a divenire uno stadio pioniere (argomento già affrontato nello sviluppo di un ecosistema) alterando queste relazioni. Il risultato è che spesso sorgono problematiche perché non esiste più un controllo demografico naturale delle specie che vivono in una determinata area. Come detto nelle invasioni biologiche è certo che i danni sono maggiori quando una nuova specie è introdotta in una nuova area, dove vi sono sia risorse non sfruttate che assenza di interazioni negative. I predatori o parassiti neo-acquisiti risultano essere i più nocivi (specie alloctone). La cosa importante da fare, sarebbe quella di evitare l’introduzione di nuovi potenziali flagelli e di evitare di stressare gli ecosistemi con veleni che distruggono sia organismi utili che dannosi. Come si instaurano queste interazioni? Attraverso una coevoluzione, ovvero un’ evoluzione di comunità di specie non interfeconde (quindi che non si riproducono tra di loro), ma che hanno tra loro una stretta relazione ecologica. Ovviamente tutto questo avviene nel tempo. Nella costruzione di un sistema biologico, noi possiamo favorire o alterare queste interazioni a seconda di cosa noi pianteremo o alleveremo nel nostro terreno. Io personalmente consiglio di utilizzare prevalentemente specie del luogo, per ridurre al minimo le problematiche, anche se oggi come oggi, è impossibile ricostruire uno stato naturale completamente originale.

venerdì 2 novembre 2012

Coltivare erbe spontanee nel nostro campo o orto


Lysimachia Vulgaris, una primulacea......ha una fioritura stupenda...la foto non rende al massimo la bellezza di questa pianta, tra l'altro ha anche proprietà officinali e attira molti insetti impollinatori.



Esistono molte erbe selvatiche che possono essere piantate e mantenute tra le verdure del nostro terreno affinché si ottengano diversi tipi di vantaggio. Le erbe selvatiche, generalmente possono essere introdotte nel nostro campo o orto per diverse ragioni. La cosa difficile, per un amatore è riconoscere le specie vegetali. E come si fa? Diciamo che bisognerebbe o fare un corso di botanica, o consultare gli esperti, o navigare in internet (poco tecnico), visto che esistono molti siti validi. Generalmente le piante erbacee possono essere utilizzate per:

-alimentarsi
-curarsi
-curare le piante
-combattere gli insetti nocivi
-aiutare gli insetti utili
-ridurre le specie vegetali considerate da noi fastidiose  per mezzo della competizione
-ammirare le fioriture, (perché no)
Ecc….

Come vedete i vantaggi sono moltissimi. Prima però di proseguire con il discorso dobbiamo parlare di alcune regole importanti:

-Come detto per i funghi, bisogna stare molto attenti a consumare erbe spontanee, perché molte sono pericolose e possono risultare mortali. Difatti, come sempre bisogna consultare gli esperti prima di prendere decisioni che possono costare care.

-Alcune specie non si possono prelevare. Quindi attenti alle regolamentazioni regionali, comunali forestali ecc…per alcune si possono prelevare i semi (informatevi comunque prima presso le strutture idonee).

Buphthalmum salicifolium , anche questa pianta ha molte proprietà
Dal punto di vista alimentare e curativo, si deve essere preparati, quindi aver fatto dei corsi con persone esperte del settore.Ci si può ugualmente sbizzarrire con altre opzioni. Per esempio sono note le “labiate” non solo per la loro bellezza, ma perché apprezzate da molti insetti impollinatori. Quindi si potrebbero piantare per esempio diverse tipologie di labiate autoctone per salvaguardare la specie stessa dalla minaccia antropica e per attirare a noi insetti utili. Altra tipologia importante sono le famose leguminose. Ormai ci sono talmente tanti siti che ne parlano che sarebbe inutile approfondire il discorso, quindi mi soffermo e sottolineo solo il fatto, che sono in grado di fissare azoto atmosferico e quindi arricchire il terreno dello stesso. E’ un tipo di fertilizzazione naturale (per approfondimenti vedere il ciclo dell’azoto nel sito).Curare le piante…molti di voi non sanno che molte specie autoctone sono in grado di curare malattie come il cancro gommoso (sperimentato personalmente) o funghi patogeni di ogni genere. Inoltre se piantate in prossimità di alberi da frutto sono in grado di aumentarne le difese immunitarie. Per chi come me, non è amante degli agenti chimici, può evitare il diserbo manuale e chimico utilizzando la competizione tra specie. Molto importante è il modo in cui le piante crescono e si diffondono. La forma biologica, (argomento già trattato), ne è un esempio e ci può aiutare nel scegliere la tipologia adatta allo scopo. Ammirare le fioriture…io sono del parere che molte persone gettino i soldi (sebbene ognuno sia libero di fare ciò che vuole). Abbiamo tanti di quei fiori stupendi in Italia che, non capisco il perché , molti acquistino quelli esotici. Oltre a creare il problema delle invasioni biologiche (argomento già trattato), si riduce la possibilità delle specie native, animali e vegetali di sopravvivere. Alcune volte nascono spontaneamente nei nostri giardini, ma vengono tolte subito, perché comuni o considerate malevole….fare agricoltura naturale vuol dire essere in pace con la natura e utilizzarla nel pieno delle sue potenzialità. Vorrei aggiungere un altro punto. Il mio orto, è disseminato di piante officinali, ma non di quelle che pensate voi, ovvero quelle proposte dai garden center, ma di quelle che ho piantato io, prelevate in natura o in giardini di persone che le volevano estirpare (beata conoscenza). Ebbene queste piante possono essere date agli animali da cortile per incrementarne il loro sistema di difesa  immunitario e la qualità della carne che verrà successivamente consumata da noi. Come sempre, fare agricoltura naturale, non vuol dire soffermarsi sempre sulle solite cose, ma ampliare quella che è la visione della natura nel suo complesso.