Premessa

Questo sito nasce con l’idea di sensibilizzare le persone in campo ambientale e in termini di biodiversità ,facendo altresì della mia passione un lavoro. Da anni cerco di trovare un’alternativa alle normali pratiche agronomiche e di utilizzare la flora spontanea per creare giardini e coltivare la terra affinchè attirino specie animali tanto preziose per l’equilibrio naturale degli ecosistemi. Purtroppo le pratiche agricole e la gestione territoriale, spesso, riducono sempre più le aree naturali ,con la conseguente distruzione degli habitat portando inevitabilmente ad un considerevole calo di biodiversità. Considerando questa situazione mi sono sempre chiesto che cosa potessi fare per rallentare questo processo. Ebbene, cominciai a pensare che ognuno di noi avrebbe potuto fare la sua parte. Come? Trasformando il proprio giardino o il proprio terreno in un area che si avvicinasse sempre più ad un ambiente naturale. Che cosa serve prima di tutto per poter fare questo? Tanta pazienza e passione! Vedete, per distruggere un’area naturale ci vuole un tempo che varia da qualche ora…a qualche mese….ma per ricostruirla, ci vogliono anni, soprattutto nelle zone in cui l’impatto antropico è stato notevole. E i costi? Prima di parlare di costi bisogna chiedersi perché è così importante mantenere la diversità biologica e la salvaguardia degli ecosistemi. E se io non amo la natura perché credo che non sia importante? Be……vediamo….la natura ti da l’ossigeno, ti da il cibo…ti da l’acqua…..lavora i tuoi scarti, ti rilassa…in pratica ti mantiene in vita……Non è sufficiente questo per amarla?

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sabato 31 marzo 2012

Magnificazione biologica


Premi in figura per ingrandire
Pochi sanno che lungo le catene alimentari alcune sostanze piuttosto che essere disperse vengono concentrate. La concentrazione lungo le catene alimentari è definita come magnificazione biologica. Porto l’esempio di un famoso prodotto chimico,il DDT (anche se parlo in generale dei pesticidi e diserbanti chimici) e che in Italia è stato bandito, ma viene utilizzato ancora in altri paesi(chissà con cosa è prodotta la frutta e la verdura che importiamo!). In passato,gli specialisti del controllo degli insetti cercarono di utilizzare concentrazioni che non risultassero direttamente letali per pesci e altri organismi, ma non furono in grado di valutare gli effetti negativi sui processi ecologici e la tossicità a lungo termine dei residui di questo prodotto. Invece di disperdersi e diluirsi in mare, come alcuni avevano previsto, i residui tossici adsorbiti dalle particelle di detrito si concentrarono nei tessuti dei detritivori e dei piccoli pesci e ancora di più nei predatori in cima alla catena alimentare, come gli uccelli ittiofagi. Da un’analisi a posteriori, lo studio sul modello della catena alimentare del detrito indica che qualsiasi sostanza adsorbita prontamente dalle particelle di detrito e di suolo e poi ingerita dagli organismi viene concentrata dal processo di ingestione-reingestione che si verifica lungo la catena alimentare del detrito. La magnificazione si verifica nei pesci e negli uccelli a causa della tendenza di queste sostanze di accumularsi nei tessuti adiposi (anche l'uomo è soggetto alla magnificazione). L’uso diffuso di queste, ha determinato l’eliminazione quasi completa delle popolazioni di uccelli predatori, quali falchi pescatori, falchi pellegrini e pellicani e dei detritivori quali granchi. Alcuni metalli pesanti, quali il cadmio, il piombo, che sono molto frequenti nelle acque reflue urbane a causa dei processi industriali in un’area urbana o in bacini idrogeografici, possono andare incontro alla magnificazione biologica lungo la catena alimentare. Aggiungiamoci anche l’agricoltore(per fortuna non tutti) che lavano le botti o rilasciano i pesticidi nei fiumi, come mi è capitato di osservare. Ora avete capito il perché ho affermato che alcuni “prodotti inquinati” finiscono nelle nostre tavole! Ecco un’altra ragione per cui io non pesco più e non mangio più il pesce delle nostre acque interne!

lunedì 26 marzo 2012

I pesticidi


Le molecole di sintesi che non esistono in natura non sono biodegradabili o lo sono in minima parte.La loro permanenza è duratura.
pesci morti dopo l'utilizzo di antiparassitari trasportati dalle piogge
In agricoltura, le applicazioni sempre più copiose di insetticidi e di altri pesticidi hanno provocato la contaminazione del suolo e dell’acqua. Sono veleni molto pericolosi. L’inutilità dei pesticidi, se non temporanea e molto costosa è data dal fatto, che spesso i parassiti acquisiscono l’immunità o diventano addirittura più abbondanti dopo che il pesticida è stato dissipato o ha perso la tossicità, perché i loro nemici naturali sono stati distrutti dal trattamento. Inoltre, una specie di parassita che viene sterminata, a volte è rimpiazzata da altre specie più resistenti, meno conosciute e quindi anche più difficili da gestire. Ovviamente per aver conferma della loro tossicità, basta leggere dietro la confezione di qualsiasi prodotto se qualcuno non credesse alle mie parole! Inoltre, essi entrano nelle catene alimentari e purtroppo, vengono incorporati sotto forma di biomassa anche da noi. L’utilizzo dei pesticidi è divenuto un fatto culturale. Difatti molti credono di non aver alternativa a questa pratica. E se casomai qualcuno, utilizzasse gli insetti utili come il mercato propone, lo farebbe a costi elevati(sempre meglio del pesticida!).Spesso e volentieri l’antagonista del parassita arriva dal paese di origine del parassita stesso, creando un altro problema, quello delle invasioni di specie aliene per immissione di una specie alloctona, anche se l’utilizzo degli antagonisti non ne è la causa principale. Quello che voglio sottolineare è che ancora una volta i costi sono aumentati per la distruzione degli ecosistemi. I miei nonni un tempo non avevano problemi con tutti questi parassiti e sicuramente la frutta e la verdura era più sana! Inoltre vorrei aggiungere che i prodotti usati nel biologico, sono definiti tali non per mancanza di tossicità, ma perché rientrano in determinati standard di tossicità. Devo però altresì dire,che alcuni prodotti antiparassitari del biologico derivano da specie vegetali. Comunque sempre di sostanza chimica si parla…..( ma io sono estremista).Chissà dopo tutte queste considerazioni che cosa arriva sulle nostre tavole

I problemi del concime chimico



-   Numerose esperienze hanno messo in luce come l’utilizzo di concimi chimici di sintesi a rapida solubilità determini una serie di disfunzioni nel terreno e nella pianta.
1- Modifica la composizione della linfa e in alcuni casi si ha un relativo aumento di attacchi parassitari.
2- Ostacolo per l’attività della microflora, che si ripercuote sulla qualità dei prodotti
3-  L’eccessivo arricchimento del terreno con concimi di sintesi distribuiti sotto forma di azoto, fosforo e potassio ostacola l’assorbimento, da parte della pianta, di molti oligoelementi, determinando l’insorgere di forme di fitopatie da carenza nutrizionale
4-Un’abbondante somministrazione di azoto, così come avviene comunemente, determina a causa di una più rigogliosa crescita della pianta, un accelerato consumo delle riserve di humus del terreno, con conseguente riduzione del potenziale antifitopatogeno. In altre parole, più il contenuto di humus si abbassa al di sotto del valore limite, tanto più diminuisce la resistenza delle piante alle aggressioni di funghi e parassiti.
5- I fertilizzanti sintetici, a differenza di quelli organici, riducono l’abbondanza dei funghi che formano micorizze e selezionano funghi che non sono efficienti nell’assunzione dei nutrienti.(come detto precedentemente nella parte dei funghi).
Ectomicorrize.Una sezione effettuata lungo un'estesa ectomicorizza di una plantula di pinus contorta.(per chiarimenti vedere il paragrafo dei funghi)
    Inoltre il concime chimico costa. Le condizioni del terreno e il tipo di fertilizzazione adottato sono determinanti  nella resistenza di malattie e parassiti

     


giovedì 22 marzo 2012

L’agricoltura naturale


Quanto sto per scrivere qui per molti sarà una cosa impossibile. Sembrerà inverosimile ma a differenza di ciò che pensano molti non si farebbe nessuna fatica se si lasciasse fare alla natura. Già Fukuoka Masanobu, capì questo, tant’è che riusciva a produrre più di chi utilizzava il metodo moderno. Questo personaggio non era una persona qualunque, ma un microbiologo che insoddisfatto della sua professione  si dedicò a questo tipo di pratica. Riporto qualche frase che secondo me potrebbe far riflettere sull’argomento
 “L’agricoltura naturale ara la terra con le radici, con i vermi, con i microorganismi. Con l’aratura si eliminano i veri lavoratori della terra, inoltre con la presenza di certe erbe peraltro utili e commestibili si ottiene il non diserbo. Una volta arata la terra si ha bisogno di fertilizzanti, occorre combattere le erbacce e nascono problemi di tutti i tipi con gli insetti e le malattie delle piante”.
Le sue 4 regole fondamentali erano:
Nessuna lavorazione
Nessun concime chimico o composto preparato
Nessun diserbo
Nessuna dipendenza da prodotti chimici
“Le malattie si manifestano in un terreno squilibrato”
“ La ragione per cui le tecniche avanzate sembrano necessarie è che l’equilibrio naturale è stato precedentemente sconvolto a causa dalle stesse tecniche che la terra è diventata tale da non poter fare a meno di loro”
Per quanto riguarda la potatura anche se spesso è effettuata a vantaggio nostro vorrei ugualmente aggiungere questo pensiero
“Nella crescita naturale, i rami si distendono in modo alternato dal tronco e le foglie ricevono la luce del sole uniformemente. Se questa sequenza viene rotta, i rami entrano in conflitto e si mettono l’uno sull’altro si aggrovigliano e le foglie si seccano laddove il sole non riesce a penetrare.” Per esempio lui lasciava crescere le piante nella loro forma naturale…non potava le piante praticamente.
Chi conosce i principi dell’ecologia sa benissimo che la competizione mantiene un equilibrio ecologico. Il fatto che spesso si debba ricorrere all’utilizzo dei prodotti industriali, oltre che per mancanza di conoscenza è dovuto alla distruzione degli ecosistemi nonché alla mancanza di volontà di mettere in discussione questi sistemi. Purtroppo non solo, con queste pratiche aumentano sempre più i costi, ma si hanno prodotti sempre più scadenti, che magari sono belli all’aspetto ma poveri di nutrienti,e pericolosi per la salute perché c’è bioaccumulo, come qualche studioso ha dimostrato sulla base di ricerche. Purtroppo nel sistema moderno non si lavora mai alla radice del problema perché tutto è mercato; spesso ci si limita a tamponare i problemi…per esempio come disse un giorno la mia dottoressa “se invece di cercare la cura per il cancro si diminuisse o ancor meglio eliminasse l’inquinamento che lo provoca sicuramente avremmo risolto la cosa”(è da notare che i casi sono aumentati perché viviamo in ambiente altamente inquinato e mangiamo prodotti non sani)…e invece si spende per la ricerca senza contare che sono cose complesse e di durata notevole; purtroppo quelli che muoiono sono ancora tanti…e se vogliamo aggiungere che non tutti a causa dei costi si possono curare(pensiamo ai paesi poveri o alle famiglie in difficoltà) la cosa dovrebbe quantomeno far riflettere. Anche Fukuoka Masanobu era un grande sostenitore di questo pensiero. Lui era specializzato in patologia vegetale, studiava in pratica le malattie delle piante. Quando iniziò con i metodi di agricoltura naturale, che perfezionò nel tempo, si rese conto che non era necessario fare trattamenti, per cercare di curare le malattie, o dare antiparassitari nonché concimi chimici perché il sistema divenuto bilanciato non creava più grossi problemi inoltre le piante divenivano più resistenti agli agenti patogeni….Insomma credo che dovremmo quanto meno riflettere su questo argomento importante.
"Costa" cresciuta con metodi naturali

L’importanza dei funghi nel suolo


Il ciclo dei nutrienti, così come la produzione di cibo sono favoriti nelle relazioni mutualistiche tra microorganismi e piante. Esempi eccellenti sono le micorrize (fungo radici), miceli di funghi che vivono in associazione mutualistica con le radici vive delle piante (da non confondersi con i funghi parassiti che uccidono le radici).Per mutualismo si intende un rapporto stretto  tra due organismi ,in cui la crescita e la sopravvivenza di entrambe le popolazioni sono beneficiate e nessuna delle due può sopravvivere in condizioni naturali senza l’altra. Come nel caso dei batteri azoto-fissatori e dei legumi, i funghi interagiscono con i tessuti radicali per formare “organi” compositi che aumentano l’abilità della pianta di estrarre minerali dal suolo. In cambio, ai funghi viene fornita parte della produzione fotosintetica. Ci sono due tipi di micorrize, le ectomicorrize con il fungo che forma una guaina o un intreccio attorno alle radici in crescita attiva, da cui le ife fuoriescono nel terreno, spesso per lunghe distanze. L’altro tipo sono le endomicorizze, che penetrano nei tessuti radicali dove formano caratteristiche strutture vescicolari (da cui il nome). Le micorizze non sono generalmente ospite- specifiche, ovvero possono spesso colonizzare qualsiasi radice di pianta con cui vengano in contatto le loro spore. Alcune ectomicorizze producono sporocarpi di grosse dimensioni sopra il terreno o macrofunghi che ne facilitano la dispersione. Mentre le endomicorizze producono grosse spore sottoterra, dove possono essere disperse da parte degli animali scavatori. Circa il 90% delle specie di piante forma qualche tipo di associazione vantaggiosa con questi funghi. I benefici così ottenuti sono:
-Aumentano l’assunzione dei nutrienti, soprattutto l’azoto e il fosforo a causa dell’alto rapporto tra superficie e volume
-aiutano a sopprimere alcuni tipi di erbacce, inoltre le radici colonizzate sono più efficienti a resistere ad   agenti patogeni del suolo, inclusi i nematodi e i funghi patogeni.
-migliorano la tessitura o granulometria del suolo e sono considerate il più importante agente biologico per aggregare la maggior parte dei suoli
Le pratiche di agricoltura convenzionale, tendono a disturbare questa relazione benefica tra funghi delle micorizze e piante. Questo porta al risultato che le proprietà del suolo e i processi dell’ecosistema ,quali il ciclo dei nutrienti, vengano ostacolati. L’aratura, inoltre, favorisce la dipendenza dai fertilizzanti dovuta alla distruzione del meccanismo fungino di ricircolo dei nutrienti. I fertilizzanti sintetici, a differenza di quelli organici, riducono l’abbondanza dei funghi che formano micorizze e selezionano funghi che non sono efficienti nell’assunzione dei nutrienti. Il suolo con una comunità di micorizze impoverita crea un’ambiente ottimale per erbacce che non sono ospiti. Pertanto divengono necessari meccanismi biologici per il controllo delle erbacce e persino un’ulteriore aratura.Quindi l’aratura aiuta più a creare un ciclo industriale che uno ecologico (biotico),che è quello evoluto nei sistemi naturali.

Che relazione c’è tra gli organismi e il suolo?



Il detrito , le sostanze umiche ed altra materia organica sottoposta a decomposizione sono importanti per la fertilità del suolo. Questi materiali forniscono una tessitura del suolo favorevole per la crescita delle piante. I suoli, sono composti da una combinazione variabile di minerali, materia organica, acqua e aria. Numerosi studi, hanno mostrato che piccoli animali (come protozoi, acari del suolo, collemboli, nematodi ,ostracodi, gasteropodi e lombrichi) sono molto importanti nella decomposizione e nel mantenere la fertilità del suolo. Quando questa microfauna è selettivamente rimossa, la decomposizione della materia vegetale morta è molto rallentata.Sebbene molti animali che si nutrono di detrito, non possano effettivamente digerire i substrati lignocellulosici, ma ottengono la maggior parte delle loro energia alimentare dalla microflora nel materiale, essi aumentano la velocità della decomposizione della lettiera vegetale in numerosi modi indiretti: riducendo il detrito in particelle più piccole, aumentando così la superficie disponibile per l’azione microbica, aggiungendo proteine o altre sostanze che stimolano la crescita microbica e stimolando la crescita e l’attività metabolica di queste popolazioni microbiche ,nutrendosi di alcuni batteri e funghi. L’importanza delle dimensioni delle particelle è evidente nel confronto tra agricoltura con aratura profonda ed aratura superficiale. Nell’aratura convenzionale del terreno, che comporta l’aratura profonda una o più volte all’anno, i residui organici sono ridotti in piccole parti dando origine ad una catena del detrito con batteri alla base. Quando l’aratura è ridotta o eliminata, predomina la catena con i funghi alla base perché i funghi sono più efficienti dei batteri nel decomporre grosse particelle. I detritivori come i lombrichi sono più abbondanti quando l’aratura è ridotta. A grandi linee, questo è un esempio di come la parte animale, che spesso viene disprezzata sia invece di fondamentale importanza. La maggior parte delle persone crede che solo il mondo vegetale(e talvolta neanche questo) sia indispensabile, perché ne ha un vantaggio diretto(frutta verdura e fiori nonché ossigeno).Ma purtroppo non sa che piante e animali si sono evoluti contemporaneamente  e nel tempo hanno costruito una forte e stretta relazione che permette ad entrambi di sopravvivere e mantenere l’equilibrio globale. Il ruolo degli organismi è stato nel tempo sostituito dal mercato umano con prodotti chimici e una politica da “businnes dei primati”(battutina) che hanno come si può vedere alterato gli ecosistemi aumentando i costi di gestione del territorio e della vita.

Che cos’è il suolo e perché è così importante?






Il suolo è anche definito  come lo strato più superficiale della crosta terrestre in cui gli organismi viventi sono mischiati ai prodotti della loro decomposizione. La componente abiotica e biotica sono particolarmente associate nel suolo. Inoltre, è il principale substrato per la nutrizione della pianta. Fornisce alla pianta i nutrienti inorganici necessari, l’acqua e un idoneo ambiente gassoso per il sistema radicale. Il suolo, è formato da strati detti orizzonti. Si possono riconoscere almeno tre orizzonti A,B,C. L’orizzonte A, è lo strato superiore, ed  è quello che ha maggior attività fisica, chimica e biologica. E’ composto dai corpi di piante e animali che si stanno modificando in materiale organico finemente suddiviso per mezzo del processo di umificazione. In questo strato si accumula l’humus, una miscela colloidale di colore scuro di materiali organici, prodotti dalla decomposizione. In un suolo maturo, questo orizzonte è solitamente suddiviso in strati diversi che rappresentano gli stadi progressivi dell’umificazione. Sono chiamati a scendere A-O (lettiera),A-1 humus, A-2 (zona di percolamento).La lettiera, rappresenta la componente detritale e può essere considerata una sorta di sotto sistema ecologico in cui i microrganismi(batteri e funghi) collaborano con piccoli artropodi per decomporre la materia organica. Se questi “trituratori” vengono rimossi, il tasso di decomposizione viene notevolmente ridotto. L’orizzonte successivo principale ,o orizzonte B è formato dalla componente minerale in cui i composti organici sono stati trasformati dai decompositori in composti inorganici (mineralizzazione) e completamente mescolati con il materiale parentale finemente suddiviso. I materiali solubili dell’orizzonte B si formano spesso nell’orizzonte A e vengono depositati o liscivati nell’orizzonte B. Il terzo orizzonte, o orizzonte C, è formato da materiale parentale più o meno inalterato. Questo materiale può essere rappresentato dalla formazione minerale originaria che si sta disintegrando sul posto. Il profilo del suolo e lo spessore relativo degli orizzonti sono in genere caratteristici per diverse zone climatiche e per diverse situazioni topografiche. Le piante condividono il suolo con un gran numero di organismi viventi, dai microorganismi ai piccoli mammiferi quali talpe e toporagni. Una moltitudine di animali scavatori, la maggior parte dei quali formiche e lombrichi aerano il terreno e aumentano la sua capacità di assorbire acqua. I lombrichi, migliorano il terreno elaborandolo nel loro intestino, e depositandolo  alla superficie sotto forma di escrementi. In un solo anno l’attività complessiva dei lombrichi può produrre fino a 500 t di escrementi per ettaro. Gli escrementi sono molto fertili e contengono quantità di azoto cinque volte più elevate del terreno circostante, sette volte più fosforo, undici volte più potassio, tre volte più magnesio e due volte più calcio. I batteri e i funghi sono i principali decompositori della materia organica del suolo.

Che relazione c’è tra gli organismi e cicli biogeochimici?


Per capire ancor di più le cose dette in precedenza bisogna sapere in particolare quali sono i cicli biogeochimici. Dato che i cicli dei nutrienti implicano sia gli organismi viventi che l’ambiente fisico, essi sono anche indicati come cicli biogeochimici. Tra i cicli gassosi troviamo il ciclo dell’azoto, il ciclo dell’acqua e il ciclo del carbonio. Prima di dare un’occhiata ai cicli gassosi ,parliamo un attimo dell’atmosfera.
L’atmosfera
L’atmosfera è composta da un miscuglio di gas che circondano la terra. Essa raggiunge la massima densità al livello del mare e diminuisce rapidamente di spessore verso l’alto. Il 97% si trova entro i primi 29 km dalla superficie della terra, e il limite superiore può approssimativamente essere posto ad un’altitudine di 10.000 km. Dalla superficie terrestre fino ad un’altitudine  di circa 80 km la composizione chimica è omogenea ed è costituita da azoto con il 78%, e ossigeno con circa il 21%.Il rimanente è costituito da argon e altri gas. L’anidride carbonica  sebbene sia presente con solo circa lo 0,033% è un gas molto importante per la sua attitudine ad assorbire calore, così da permettere il riscaldamento della bassa atmosfera per mezzo della radiazione termica proveniente dal sole e dalla superficie terrestre.
Ciclo dell’azoto
La principale riserva di azoto è l’atmosfera, che come detto ne contiene il 78 %.Tuttavia la maggior parte dei viventi non può usare l’azoto elementare presente nell’atmosfera per la sintesi di amminoacidi e di altri composti azotati e perciò dipende da composti più reattivi dell’azoto, quali l’ammonio e il nitrato presenti nel suolo. Sfortunatamente questi composti non sono abbondanti come l’azoto gassoso. Così, la carenza di azoto nel suolo è spesso il più importante fattore limitante per la crescita delle piante. Il processo mediante il quale questa limitata quantità di azoto circola e ritorna in ciclo attraverso gli organismi viventi è conosciuto come ciclo dell’azoto. Le principali tappe di questo ciclo sono l’ammonificazione, la nitrificazione, e l’assimilazione. Gran parte dell’azoto presente nel suolo deriva dalla materia organica morta: qui l’azoto è presente sotto forma di composti organici complessi quali proteine, amminoacidi, acidi nucleici e nucleotidi. Questi composti azotati, sono generalmente decomposti velocemente in composti più semplici dai batteri saprofiti del suolo e dai funghi. Questi organismi incorporano l’azoto negli amminoacidi e nelle proteine e rilasciano l’azoto in eccesso sotto forma di ioni ammonio in un processo noto con il nome di ammonificazione. Successivamente in alcuni suoli i batteri  nitrificanti convertono l’ammonio, in nitrito e quindi in nitrato. I batteri del genere Nitrosomonas  convertono l’ammonio in nitriti e quelli del genere nitrobacter , convertono i nitriti in nitrati. Il nitrito è tossico per le piante, ma raramente si accumula nel terreno. Mentre il nitrato, è la forma nella quale tutto l’azoto è assorbito dalla maggior parte delle piante.
La nitrificazione  è fortemente favorita dalla pratica dell’aratura che promuove l’ossidazione (apporto di ossigeno al terreno).Inoltre, la maggior parte dei fertilizzanti azotati in commercio contengono ioni ammonio o urea che nel terreno si degrada a ioni ammonio. Lo ione ammonio è convertito a nitrato per nitrificazione.( Su questa ultima parte accenderò un intenso dibattito).
L’azoto entra continuamente nell’atmosfera grazie all’azione di batteri denitrificanti ed altrettanto continuamente ritorna nel ciclo attraverso l’azione di batteri azoto-fissatori. Il processo di denitrificazione è un processo anaerobio (assenza di ossigeno), in cui il nitrato è ridotto a forme gassose, quali l’azoto molecolare e il protossido di azoto che ritornano in atmosfera. Questo processo è effettuato da numerosi microrganismi. E’ noto da lungo tempo che le condizioni di carenza di ossigeno necessarie per la denitrificazione sono tipiche dei suoli inondati e di habitat quali le paludi e gli acquitrini, o all’interno di aggregati del terreno in assenza di acqua in eccesso. La disponibilità di materia organica fresca facilmente decomponibile fornisce la fonte di energia richiesta ai batteri denitrificanti e, se le altre condizioni sono favorevoli, promuove la denitrificazione. Il processo di fissazione dell’azoto è il processo attraverso il quale l’azoto atmosferico è ridotto (aggiungo idrogeni), ad ammonio reso disponibile per l’incorporazione in composti organici per formare amminoacidi e altri composti azotati. La fissazione dell’azoto, che può essere effettuata solo DA ALCUNI BATTERI , E’ UN PROCESSO DAL QUALE DIPENDONO TUTTI GLI ORGANISMI VIVENTI, così come la maggior parte degli organismi viventi dipende dalla fotosintesi per l’energia loro necessaria. I batteri azoto fissatori possono essere classificati in base al tipo di metabolismo trofico: quelli che vivono liberi (non simbionti) e quelli che vivono in associazioni simbiontiche con alcune piante vascolari.


A livello globale, il ciclo del carbonio ed il ciclo dell’acqua sono i cicli biogeochimici più importanti dato che il carbonio è l’elemento di base per la vita e l’acqua è indispensabile per ogni organismo vivente. Entrambi i cicli sono caratterizzati da pool di riserva atmosferici piccoli, ma molto attivi, che sono vulnerabili alle perturbazioni provocate dall’uomo che, a loro volta possono cambiare le condizioni metereologiche ed il clima influenzando pesantemente le condizioni di vita sulla Terra.

Ciclo dell’acqua
Il ciclo dell’acqua implica il movimento dell’acqua per evaporazione dagli oceani, la riserva più grande, all’atmosfera, la riserva più piccola, quindi attraverso le precipitazioni (piogge) essa cade sulla superficie terrestre e a seguito di infiltrazioni e scorrimenti sui continenti, ritorna agli oceani .Parte dell’acqua che precipita al suolo  ritorna direttamente in atmosfera a seguito dell’evapotraspirazione della vegetazione e dell’evaporazione. La riserva di acqua della Terra è stabile e usata più e più volte. La maggior parte dell’acqua (98%) si trova negli oceani, nei laghi e nei fiumi. Del rimanente 2%,una parte si trova sotto forma di ghiaccio nelle calotte polari e nei ghiacciai, una parte si trova nel suolo, una parte nell’atmosfera come vapore, e una parte nella biomassa degli organismi. La radiazione solare compie il lavoro dell’evaporazione negli oceani, laghi, fiumi e dalla superficie umida del suolo nonché dai corpi degli organismi viventi riportando l’acqua nell’atmosfera da dove essa ricade sotto forma di pioggia. L’evaporazione è maggiore delle precipitazioni sugli oceani e questo determina un flusso netto di vapor d’acqua, trasportato dal vento ,dall’oceano verso le terre emerse. Più del 90% dell’acqua evaporata sulle terre emerse deriva dalla traspirazione (l’evaporazione dell’acqua dal terreno più la traspirazione delle piante è definita evapotraspirazione).Una parte dell’acqua che cade sul terreno percola attraverso il suolo fino a raggiungere una zona di saturazione. Nella zona di saturazione tutti i pori e le spaccature della roccia sono pieni d’acqua. Sotto la zona di saturazione c’è la roccia compatta nella quale l’acqua non può penetrare. La superficie superiore della zona di saturazione è la falda freatica.
Ciclo del carbonio
Il ciclo del carbonio è legato prevalentemente  alla variazione di co2 nel ciclo. L’uso dei combustibili fossili, insieme con l’agricoltura e la deforestazione determina l’aumento di co2 nell’atmosfera. Può sembrare sorprendente che l’agricoltura provochi una perdita netta di co2,ma questo avviene poiché la co2 fissata dalle colture non compensa la co2 rilasciata dal suolo, soprattutto  a seguito di frequenti arature. Le foreste, per esempio sono trappole per il carbonio, per cui la riforestazione su larga scala potrebbe ridurre la velocità del riscaldamento globale. In pratica la co2 è inglobata negli organismi (come altre molecole o sostanze) sotto forma di biomassa. Basta guardarci intorno per capire come le istituzioni e le persone abbiano capito questo! Il mare, è un tampone della co2 atmosferica molto importante, poiché il mare e l’atmosfera sono in equilibrio tra di loro. La co2 nel mare si trova sotto forma di carbonati e bicarbonati. Tornando al discorso del disequilibrio, l’effetto serra è un altro buon esempio per  evidenziare come un’alterazione degli ecosistemi porti ad un svantaggio globale. L’effetto serra consiste nel surriscaldamento del clima della Terra attribuito all’aumentata concentrazione di co2 e altri inquinanti gassosi nell’atmosfera. Essi assorbono le radiazioni infrarosse emesse dalla terra, riscaldata dal sole, e riflettono la maggior parte dell’energia termica assorbita verso la Terra determinando in tal modo il riscaldamento globale.
Tra i cicli sedimentari troviamo il ciclo del fosforo.
Ciclo del fosforo
Il ciclo del fosforo è un po’ più semplice del ciclo dell’azoto poiché il fosforo si trova in poche forme chimiche. Tende a circolare con le sostanze organiche in forma di fosfato (po4) e dopo la decomposizione il fosfato risulta di nuovo disponibile per le piante. La più grande riserva del fosforo è rappresentata dai depositi di apatite (minerale) formatisi nelle ere geologiche. Le attività umane accelerano il tasso di perdita del fosforo rendendo questo ciclo sempre meno ciclico.



Ora, dopo aver  discusso sui cicli biogeochimici, spostiamo per un attimo la nostra attenzione sul suolo.

Biodiversità: Che cos’è la biodiversità e perché è così importante?

Di definizioni sulla biodiversità se ne trovano molte. Non mi concentrerò tanto sul suo significato, ma sulla sua importanza. Per biodiversità si intende quell’insieme eterogeneo di specie animali e vegetali che colonizzano il pianeta e ne definiscono gli ecosistemi. L’ecosistema altro non è che l’interazione tra gli organismi viventi e l’ambiente non vivente o abiotico. L’importanza di questa interazione risiede nel fatto che oltre a determinare strutture biotiche ben definite negli organismi ,porta ad un ricircolo della materia tra componenti viventi e non viventi costituendo un sistema ecologico. Se il pianeta non avesse questa capacità di riutilizzare la materia credo che non si potrebbe neanche parlare di biodiversità. Vorrei portare un esempio semplice e comune a tutti per far capire l’importanza di questo complesso sistema. Tutti conosciamo il corpo umano, chi più chi meno e ognuno di noi sa che è composto da organi che hanno uno specifico ruolo. Inoltre, tutti sappiamo  che se un organo, non funziona bene tutto il corpo ne risente creando uno stato di disagio. Ebbene la terra, anche se può sembrare strano, andrebbe considerata in egual modo. Vedete, gli elementi chimici, seguono percorsi caratteristici dall’ambiente agli organismi e da questi di nuovo all’ambiente. Questi percorsi, sono conosciuti  come cicli biogeochimici. Il movimento di questi elementi nonché dei composti inorganici che sono essenziali per la vita viene definito come ciclo dei nutrienti. Esso può essere diviso in due compartimenti o pool: Il pool di riserva molto amplio, poco attivo e generalmente in fase non biologica e pool labile o circolante, una porzione più piccola ma più attiva che si muove rapidamente tra organismi e ambiente. I pool di riserva ,vengono suddivisi in: gassoso in cui il pool di riserva è l’atmosfera o l’idrosfera  e sedimentario la cui riserva, è nella crosta terrestre. Quindi, abbiamo per ora capito che gli organismi, sono importanti affinchè la materia venga riciclata e il pianeta si autosostenga. Cosa succede però se gli organismi cominciano ad estinguersi come sta accadendo? Ho detto precedentemente che la terra va vista come il corpo umano…. e ho paragonato i cicli biogeochimici agli organi dello stesso….ora se noi vogliamo essere più precisi ipotizziamo che le cellule che compongono un determinato organo, siano gli organismi viventi. Cosa succede se muoiono le cellule di un preciso organo? Be, la risposta è semplice, che l’organo viene compromesso…..e cosa succede se l’organo viene compromesso? Anche qui la risposta non è difficile……che il corpo comincia ad avere dei problemi  e nel tempo se non si rimedia giunge a morte. Perché succede questo? Perchè non c’è più un equilibrio chimico, all’interno del sistema. Un esempio in natura di questo disequilibrio è l’eutrofizzazione. L’eutrofizzazione è una condizione tale per cui c’è un eccesso di nutrienti, solitamente nitrati e fosfati in un ambiente acquatico. Questo eccesso di nutrienti porta ad una serie di eventi che nel tempo si traduce nella morte degli organismi o un disequilibrio tra gli stessi, che a sua volta porta alla scomparsa degli ecosistemi e via dicendo……E da cosa deriva per esempio l’eutrofizzazione? Dall’utilizzo in agricoltura di concimi chimici che sono di rapida soluzione, dalla distruzione delle rive in prossimità dei corsi d’acqua, dalla riduzione della vegetazione che fungerebbe da barriera contro il dilavamento. Insomma, se avete capito bene, l’intervento umano crea un disequilibrio e alimenta una reazione a catena incontrollata che sta distruggendo gli organi che mantengono la terra in vita. Dapprima vengono colpite le cellule, gli organismi vegetali e animali e secondariamente gli organi, ovvero gli ecosistemi che determinano i cicli biogeochimici e mantengono il tutto in equilibrio. L’esempio è sicuramente molto fantasioso, ma aldilà dei diversi pareri è importante capire che noi viviamo grazie all’interazione tra le specie e al ricircolo dei nutrienti.